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Cenni storici

Fratte Rosa sorge sullo spartiacque delle vallate del Cesano e del Metauro.

Dalla cima della collina in cui è arroccata si ha l’opportunità di distinguere un panorama tra i più suggestivi della provincia.

Alcuni fanno risalire l’origine di Fratte Rosa, il cui nome antico è Castrum Fractarum, alla sconfitta subita da Asdrubale – fratello di Annibale – nella battaglia del Metauro, decisiva per le sorti della seconda guerra punica e per la definitiva vittoria romana su Cartagine.

In modo più verosimile, anche se meno affascinante, l’origine sembra dovuta a dei superstiti scampati alla distruzione, avvenuta nel 450 d.C. , della vicina città romana di Suasa da parte di Ataulfo, generale di Alarico.

Tra il IX e il XIII secolo Fratte Rosa visse il più importante momento politico della sua storia. In questo periodo, infatti, fu la capitale di un vero e proprio staterello - la Ravignana – esercitante la giurisdizione, attraverso un Vicario Generale, sui castelli limitrofi e direttamente dipendente dai monaci Classensi di Ravenna. Di questo periodo (1216) è la fondazione del Convento di Santa Vittoria, sembra stimolata da San Francesco d’Assisi.

Successivamente, anche per la sua importantissima posizione strategica, nonché di confine, subì le vicissitudini che portavano questi piccoli centri al servizio di questo o quel Signore. Malatesta, Montefeltro, Della Rovere sono i nomi più ricorrenti nella storia di Fratte Rosa del periodo, fino al passaggio, nel ‘600, nel territorio pontificio.

Il termine “Rosa”, forse per il colore tipico dei mattoni delle case, fu aggiunto al nome del castello solo alla fine dell’ ‘800 per distinguerlo da altri toponimi simili.

Secolare nel territorio è la produzione delle terrecotte, i cosiddetti “cocci di Fratte Rosa”, che, realizzate artigianalmente, sono ancora prodotte da alcuni laboratori.

La frazione di Torre San Marco, che si trova sul territorio comunale e le cui origini si possono far risalire presumibilmente allo stesso periodo della fondazione del capoluogo, subiva le stesse travagliate vicende storiche, salvo appartenere anche al ducato dei Varano dal quale si staccò definitivamente nel 1545. In seguito, dal 1562 al 1738, fu governata dai conti Bonarelli di Ancona.

La Fratte Rosa odierna – con le parole di Paolo Volponi – è “un paese dolce e rotondo, leggero e maneggiabile come un vaso, uno dei tanti cocci perfetti delle sue botteghe e fornaci” e chi vi arriva per la prima volta - forestiero e ignaro – intuisce immediatamente e scopre con piacevole rilassatezza “la verità della bellezza locale e paesana, della perfetta intesa tra l’esistenza del paese, con le sue forme e mura, e le linee continue dei campi nella discesa verso l’azzurro della marina, della evidente, risonante congiuntura e compenetrazione tra paesi e uomini, composta nelle colture meticolose dei campi, nella pulizia delle soglie e delle strade, nella luminosità dei davanzali, nell’interno e interiore lavoro degli artigiani”.


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